Incredibile! Siamo cresciute con le favole e poi passiamo il resto della vita a liberarcene. Ho appena terminato di leggere La principessa che credeva nelle favole (ed. PIEMME), un libro scritto proprio come una favola…al contrario però. L’autrice Marcia Grad è una psicologa americana che insegna tecniche di crescita personale a manager d’azienda.
Lo scopo è quello di dimostrare che il principe azzurro non esiste, e che la principessa si salva (e può vivere felice e contenta) solo se decide di intraprendere il vero cammino, quello della propria vita, lungo il sentiero della Verità.
Il libro ha avuto un successo internazionale, un bestseller come si dice. Certo, perché questa luminare del saper vivere in fondo cosa ci dice? Ci dice che vivere significa smazzarsi un po’ tutto: passare attraverso il mare delle emozioni (rischiando si annegare), attraversare la terra delle illusioni (rischiando di perdersi), arrivare alla terra di ciò che è (riconoscendo i preconcetti che abbiamo), per raggiungere la valle della perfezione (dove niente è perfetto, perché tutto è esattamente come deve essere). Da qui parte il sentiero che porta al tempio della Verità.
Niente di nuovo sotto il sole, direte voi, eppure il libro è molto apprezzato soprattutto dalle giovani, che hanno già avuto le prime esperienze di vita, da cui hanno imparato cosa succede veramente dopo il 'vissero felici e contenti'.
E alle donne non più giovanissime cosa dice? Innanzitutto di bandire dalle proprie case Cenerentola e Biancaneve, in modo da non traviare la psiche delle proprie figliolette. Oltre la favoletta della principessa Victoria, ci si può riconoscere in tutti quei momenti in cui
Fra i tanti suggerimenti ('avere l’impressione di affogare significa avere l’opportunità di imparare a conoscere la verità', 'sei annegata per anni e non eri nemmeno in acqua'), uno mi ha colpito più degli altri. La principessa Victoria, pur avendo il gufo Doc come guida (una specie di Virgilio per Dante nella Divina Commedia?), che le spiega via via le esperienze che va facendo, a un certo punto un po’ stranita domanda: 'nonostante ciò, non riesco ancora a capire per quale motivo io abbia dovuto soffrire così tanto per imparare'.
Che tenerezza la fanciulla, è proprio vero: quant’è duro crescere. Ricorda me tutte le volte che mi sono trovata nell’empasse di dover accettare ciò che non avevo previsto, ciò che non avevo scelto…e che alla fine mi facevo proprio questa domanda: ma se doveva andare così, che bisogno c’era di soffrire tanto!
Io credo che questa sia l’espressione migliore del proprio io (o meglio dell’ego) che si ribella a tutte quelle vicende che in qualche modo lo costringono a piegarsi, modellarsi, lasciarsi smussare. Voler 'eliminare' la sofferenza in nome della ineluttabilità degli accadimenti. Come se la sofferenza fosse un optional (e siccome fa’ un gran male) di cui poter fare a meno.
'La capacità di fare ciò che è meglio quando è diverso da ciò che si desidera è sinonimo di maturità. Naturalmente ciò non semplifica affatto le cose'. Non ci vogliamo stare, è dura assumersi la responsabilità di noi stessi (meglio prendersela con il principe che non è così azzurro come pensavamo) e delle scelte che facciamo per la nostra vita. Come se la sofferenza, appunto, o anche il fallimento, l’errore, l’imprevisto, una malattia, fossero pagine di un libro che possiamo strappare, lasciandolo inalterato. Credo che sia un’illusione bella e buona proprio come quella di credere che le favole esistono!
Insomma, come dice una delle mie guide, vivere costa una gran fatica. E per essere felici, bisogna volerlo, perché 'si. La felicità è una scelta'.
Buona vita a tutti
mcf
14 commenti:
Davvero bello questo post. Simone Weil diceva una cosa del genere: togliersi le illusioni dalla mente è come strapparsi dei pezzi di carne. Ma la verità della vita è più grande e più bella delle nostre illusioni.
Ma è cambiato lo stile del blog oppure è la condivisione di un monento di riflessione?
Ciao
Ti segnalo questa canzone ... tenera .. prendimi così come sono ..
http://www.youtube.com/watch?v=jJOzdLwvTHA
il sito dell'artista è
www.ingridmichaelson.com
la risposta alla tua domanda, caro speakold, è nel post che troverai pubblicato oggi stesso :-)
grazie
Attendo con ansia ...
scusa meriencrì, ma perché a spikòld gli rispondi e a me no?
perché tu rilanci troooooppo in alto! gnente gnente sei amico del Moralista?...allora il post 'La Bellezza' è anche per te :-)
Ti ho citata in questo post:
http://motividifamiglia.blogspot.com/2008/11/luomo-della-mia-vita.html
Finalmente qualcuno che dice che il principe azzurro non esiste! Quando lo sostenevo con le amiche mi rispondevano che ero troppo terra terra e pragmatica. Esistono solo le persone che abbiamo accanto con cui si condivide qualcosa e si decide di costruire giorno per giorno un percorso insieme e con molta buona volontà.
Non lo conoscevo...interessante, ma non sono le donne credo abbiano questo 'mito' deviante in testa ;)
..ma non sono SOLO le donne...volevo scrivere :-
è proprio così...eppure quante delle ns aspettative e dei nostri desideri sono dettati dall'idea che ci sia pure qualcuno a sto mondo che ci capisca e ci ami bla bla bla...perdendo noi stesse. A volte anche gli uomini sono rimasti intrappolati da questo incantesimo illusorio...
Da motividifamiglia, scopro anche questo blog. Mi piace seriamente.
Ti riprendo nell'ultima riflessione terribilmente vera, avendola percepita io in illo tempore e trovandomi ora ad essere un po il "vecchietto" che cerca di essere di aiuto ad altri uomini.
"anche gli uomini sono rimasti intrappolati da questo incantesimo illusorio..."
Terribilmente vero.
La stessa trappola vale per l'uomo e per la donna.
Ma la cultura dominante continua ancora a sfruttare questo filone, preferendo la menzogna alla verità.
Grazie per le tue riflessioni e per quelle di coloro che ti frequentano. Sono altre perle di ricchezza.
Grazie a te 'incompiutezza'(nome?) per esserti fermato a leggere il post di un blog che tratta di altro, di accessori.
Ti auguro buon Anno Nuovo, alla mia maniera: http://maryandcri.blogspot.com/2009/01/buon-anno-nuovo.html
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